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Il mio intervento in Aula sulla Grecia e il Consiglio Europeo

senator

Seduta Aula Giovedi 9 Luglio 

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il senatore Guerrieri Paleotti. Ne ha facolta`. GUERRIERI PALEOTTI (PD). Signor Ministro, la ringrazio per la sua relazione, che e` stata documentata e articolata ed e` una rappresentazione accurata delle lunghe e travagliate trattative di questi mesi e di queste ultime settimane tra la Grecia e l’Eurogruppo. E` una fotografia per certi versi drammatica, che ci fa capire come la Grecia sia ormai sull’orlo del precipizio e come siano rimasti pochi giorni, forse poche ore, per cercare di arrivare ad un accordo sostenibile. Sı`, e` necessario arrivare ad un accordo per una serie di buoni motivi che riguardano interessi e convenienze molto concreti di natura economica, geopolitica e politica allo stesso tempo, che vorrei qui ricordare parlando quindi di contenuti e non rispondendo agli insulti e ad affermazioni in liberta` che ho sentito usare da alcuni in questo dibattito. (Applausi dal Gruppo PD). Mi dispiace che il senatore Romani non abbia capito come la linea del Governo sia la necessita` di un accordo. Glielo spiegheremo meglio, visto che questo e` quello che il nostro Governo ha fatto fin dall’inizio ed e` questa la direzione lungo la quale si sta muovendo. Un fallimento del negoziato a questo punto, va ricordato, avrebbe ovviamente costi e ricadute drammatiche per la Grecia ma, e` inutile illudersi del contrario, avrebbe costi molto elevati anche per il resto dell’Europa. Ovviamente un’uscita della Grecia dall’euro rappresenterebbe una vera e propria catastrofe per quel Paese, una catastrofe finanziaria, economica, sociale e potenzialmente anche politica, che sarebbe aggravata dalle modalita` caotiche con cui verrebbe necessariamente introdotta una nuova moneta. Ma l’impatto di un’uscita della Grecia anche sul resto dell’Europa, e quindi sul nostro Paese, avrebbe effetti che non vanno sottostimati. Ho sentito parlare, per chi e` a favore della Grexit, della possibilita` che l’effetto contagio possa essere facilmente fronteggiato dal punto di vista economico. E` vero, abbiamo strumenti di intervento rafforzati, in parte nuovi, proprio grazie alle modifiche introdotte in questi ultimi due anni. Ma questo e` vero per il breve periodo. I rischi e i pericoli maggiori riguardano in realta` il medio termine. Se la Grecia abbandonera` l’euro sara` poi impossibile affermare che l’unificazione monetaria e` irreversibile e quindi l’uscita di un Paese membro impossibile. I mercati cominceranno a dare un prezzo al rischio di uscita di un Paese e i costi di finanziamento dei Paesi periferici piu` esposti cresceranno inevitabilmente. C’e` uno scenario anche peggiore che si puo` profilare: un ritorno all’escalation di speculazioni sugli spread, che abbiamo vissuto gia` in passato. E` un rischio tanto piu` reale quanto piu` si profila all’orizzonte la minaccia dell’esplosione di una bolla speculativa in Asia, in particolare in Cina, come stiamo vedendo in questi giorni. Ma poi vanno considerati i rischi geopolitici, derivanti dalla collocazione della Grecia in una regione ad alta vulnerabilita` e con un Mediterraneo in fiamme. Le ricadute di un’economia in una societa` greca allo sbando finirebbero per ridurre drammaticamente la nostra sicurezza collettiva. E poi, infine, vi sono considerazioni politiche. Con l’uscita della Grecia verrebbe drammaticamente minata la stessa idea fondante dell’integrazione europea, aumentando la frattura fra Paesi del Nord e del Sud d’Europa, che e` forse l’eredita` piu` dura e grave di questa crisi. L’Europa, infatti, non puo` essere solo l’Europa dei forti, un’Europa darwiniana, ma deve riuscire ad integrare le economie periferiche a rischio, perche´ solo cosı` si puo` tornare ad assicurare quella prosperita` e stabilita` che l’appartenenza all’Europa ha sempre garantito in passato. Vanno dunque fatti tutti gli sforzi. Certo, spetta alla Grecia mostrare oggi la volonta` di rimanere nell’euro impegnandosi a riforme credibili, cosı` da rispettare le regole alla base del Patto europeo d’integrazione.

Come lei, signor Ministro, ha ricordato, e` importante trovare una soluzione economica e politica per la Grecia, ma e` altrettanto importante trovarne una per l’Europa. Infatti, l’Europa, cosı` com’e`, non va. La crisi greca deve pertanto offrire l’occasione per una riforma piu` generale della governance dell’unione monetaria che ci possa assicurare che crisi di questo genere non si debbano piu` affrontare in futuro. Certo, la soluzione non puo` essere rappresentata dall’uscita di un Paese dalla zona dell’euro o dallo smantellamento della moneta unica, come si sente affermare agevolmente in questo dibattito. Anche se molti non se ne rendono conto, il processo di integrazione europea e` troppo avanzato per consentire oggi simili ritirate, se non a costi che diverrebbero proibitivi per tutti. Tornare indietro e` una ricetta sbagliata e costosissima, cosı` come il ritorno alla liretta e all’Italietta, che, come abbiamo sentito oggi, e` invece nel sogno di tanti. Si tratta di piani che, in realta`, condannerebbero l’Europa e l’Italia alla sicura marginalita` nel nuovo mondo dominato dai grandi poli. L’opzione migliore tra le diverse strade percorribili e` quella di andare avanti e cercare di uscire, non dall’euro, ma dalle politiche, anche sbagliate, condotte finora. Come lei ha ricordato, vanno rinnovate profondamente anche le nostre istituzioni, spostando luoghi di decisione dal Consiglio europeo e dal metodo intergovernativo alle istituzioni comunitarie. Occorre andare avanti ed accelerare nel processo di integrazione, perche´ l’Europa ha bisogno del nostro Paese, ma il nostro Paese ha bisogno dell’Europa e, cosı`, il nuovo mondo multipolare e i suoi equilibri. E` molto difficile, certo, ma, sentito il dibattito e le proposte alternative di oggi, e` sicuramente l’opzione da preferire a tutte le altre. (Applausi dal Gruppo PD).